Ferengi in Bruxelles

dall'Etiopia a Bruxelles senza passare dal via


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La galette des Rois

Come ben sanno gli amici expat, per adattare la propria vita alla cultura e alle abitudini di un nuovo paese non c’è nulla di meglio che cominciare a celebrare le festività con gli usi locali. Insomma, ovunque ti trovi nel mondo, ogni occasione è buona per festeggiare!

As our expat friends well know, the best way to adapt our life to the culture and to the habits of a new country is to celebrate the holiday season in the local ways. So, wherever you are in the world, every occasion is good to celebrate!

Dopo aver ricevuto i doni da Saint Nicholas e dal suo aiutante Zwarte Piet (che pare avere origini etiopi, guarda il mondo com’è piccolo…), per pari opportunità non si poteva non festeggiare la Befana e i Re Magi.

After receiving candies from Saint Nicholas and his companion Zwarte Piet (it seems he has Ethiopian origins, it is a small world…), to respect gender equality we had to celebrate also the Befana and the Three Wise Men.

A Bruxelles la cara vecchina non arriva, fatta eccezione per l’Istituto Italiano di Cultura che la ospiterà il 12 gennaio,e il 6 gennaio si ricordano solo i Re Magi mangiando la galette des Rois,un dolce a loro dedicato.
Noi quest’anno, grazie agli amici che ormai vivono qui da anni e ci hanno iniziato a questa tradizione, ne abbiamo provato ben tre versioni e abbiamo trovato difficile stabilire quale fosse la più buona!

This nice old lady doesn’t arrive in Brussels, except at the Italian Cultural Institute where she will come on January, 12, and on January 6 the “galettes des Rois”, a typical cake, just remember the Three Wise Man.
Thanks to our friends that have been living in Brussels for years and let us know this tradition, we tasted three different version of this cake and we find it hard to decide which one was the best!

galette des rois

Per i volenterosi che volessero provare a replicare questa delizia a casa ecco la ricetta su un blog in italiano gestito da una belga doc.
E per i più temerari, un sito in francese dove ci sono varianti di questo dolce per tutti i gusti.
Naturalmente a casa nostra la Befana è passata comunque e a fianco alle calze diligentemente appese già da una settimana ha trovato una fetta di galette ed un bicchiere di latte ad attenderla.

For the willing ones that want to bake this delicious pie, here you are the recipe I found in a blog (in Italian) managed by a real Belgian.
For the daredevil, here a French website where you can find variations on the theme for every sweet tooth.
Of course the Befana visited our home and she found next to the socks, already hung by the kids one week ago, a piece of galette and a a glass of milk that were waiting for her.


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Abiti da sera o aerei da guerra?

Ogni madre crede di conoscere i propri figli, i loro gusti, le loro preferenze, pensa perfino di poter anticipare le scelte di quelle indifese creature che una volta hanno abitato il suo ventre. Io l’ho creduto fino a domenica scorsa, poi l’idillio è stato abbattuto da un cacciabombardiere e sono dovuta scendere a patti con la cruda realtà quando si è trattato di scegliere il museo da visitare durante una passeggiata in famiglia.

Vi spiego meglio. Nei giorni scorsi, in occasione del compleanno di mia figlia, avevo organizzato un’uscita pensata apposta per lei: una visita alla mostra di abiti della principessa Maria Joséal museo reale di arte e di storia. Alla gita si sono aggregati il fratellino, che ha giurato di amare i vestiti da principessa e di fare il bravo per tre giorni consecutivi pur di venire con noi, e i nonni, che nonostante siamo ancora con la casa che sembra un campo nomadi sono già venuti a trovarci.

Mentre stavamo camminando verso il museo abbiamo attraversato il complesso del Cinquantenaire : dietro una grande vetrata c’erano aerei di ogni sorta appesi al soffitto di un’immenso salone…

musee armée aereo arancione

e così la meta della nostra gita è diventato il musée de l’Armée et d’Histoire Militaire!

musée armee fronte

Dai vestiti da sera siamo passati alle uniformi: il nonno emozionato e felice si è prodigato in spiegazioni mentre i miei figli si interessavano a obici, ricognitori, bombardieri e piani di battaglia. E stanno già programmando un’altra visita, visto che il museo è immenso (e gratuito) e loro sono riusciti a vedere solo gli aerei!

il musée de l'Armée di Bruxelles

il musée de l’Armée di Bruxelles

All’uscita ci siamo goduti il tramonto nel Parc du Cinquantenaire, che sembrava dipinto apposta per pigri flaneurs della domenica.

tramonto al parco del Cinquantenaire, Bruxelles

tramonto al parc du Cinquantenaire, Bruxelles

parco del Cinquantenaire, Bruxelles

parc du Cinquantenaire, Bruxelles

E passeggiando passeggiando, siamo arrivati da Paul e abbiamo portato a casa una tarte au fromage per far spegnere le candeline alla festeggiata belgian style.

tarte au fromage

tarte au fromage


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Fare la mozzarella ad Addis

Vivere ad Addis Abeba significa, tra le altre cose, dover rinunciare a tutta una serie di formaggi, freschi o stagionati, che in Italia si dà per scontato trovare nel banco frigo di un supermercato qualunque. La produzione locale si limita a provolone, fontina (cambia la forma, ma il gusto è uguale al provolone) e gouda. La mozzarella e la ricotta locali si possono usare per cucinare, meglio non rischiare in una caprese. Si trovano anche formaggi importati, dai prezzi esorbitanti e con le date di scadenza spesso vicine alla fine dei loro giorni, dunque preferisco astenermi.

Così, ispirata da un’amica che mi aveva fatto assaggiare una formaggetta fatta in casa, ho cercato in Italia il caglio: i primi tre farmacisti a cui l’ho chiesto mi hanno guardato perplessi, come se avessi chiesto della kriptonite, la terza, a cui ho confessato di vivere in Etiopia, mi ha guardato comprensiva e me lo ha procurato. Il formaggio che mi esce, ogni volta un po’ diverso dal precedente, somiglia ad una formaggetta morbida: qualche volta riesco pure a fregare mio figlio e spacciarglielo per Philadelphia.

Ma io sono solo una dilettante. Oggi ho visto cosa significa avere la passione per l’arte casearia, sono andata a scuola da un maestro. Il nostro amico ha attrezzato una stanza del service quarter di casa sua per la produzione del formaggio e riesce a produrre camembert, ricotta, tomini, formaggio con le noci, i pistacchi, il cumino…

La lavorazione della mozzarella

È stata la giornata della mozzarella e i bimbi, ma devo dire anche il papà, si sono divertiti un mondo ad assistere alla preparazione, ad aiutare e ad assaggiare!

La pasta viene fatta filare

Inutile dire che quella che abbiamo portato a casa non è durata fino alla cena!

Ecco le forme di mozzarella!

Per gli amici che abitano ad Addis: i formaggi di cui ho parlato si possono acquistare da Salé Sucré, il negozio di prodotti alimentari francesi che si trova a Olimpia, vicino al Family Restaurant e alla sede del WFP.


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La ricetta di cucina che mi riesce sempre

Continua la staffetta “Di blog in blog” che ha attirato ormai un bel numero di blogger. Questo mese parliamo di cucina.

Una delle leggi non scritte dell’expatriation è che ovunque nel mondo si trovi l’expat (a maggior ragione se italiano) cercherà sempre di ritrovare i sapori di casa sua, vuoi importando valigie farcite di prodotti alimentari introvabili nella nazione di destinazione, vuoi cercando di riprodurre ricette del paese di origine con quello che trova sul mercato locale. La cucina per chi vive lontano dal suo paese di origine rappresenta una sorta di cordone ombelicale che non si è disposti a tagliare troppo presto.

A riprova di questo teorema non scritto ma di inconfutabile verità, un giorno mio marito è tornato dal supermercato con un sacchettino pieno di palline di pane fritte, grandi più o meno come una nocciola, dicendomi: “Non so cosa sono, ma mi ricordavano gli struffoli. Assaggiamo?”

Abbiamo assaggiato: buono. La nostra mamita ci ha detto che queste palline si chiamano dabo kolo (dabo significa pane in amharico) e vengono mangiate come snack; ne esiste anche una versione insaporita con il berberè, il mix di spezie piccante tipico dell’Etiopia. Ma il nostro dabo kolo dal sapore neutro, né dolce né salato in effetti era perfetto per gli struffoli!

Così, senza la fatica di dover impastare e friggere per mezza giornata, ho provato a mettere del miele etiope (presidio Slow Food, buonissimo) in una padella, ho aggiunto dabo kolo, arance e cedri canditi (contrabbandati in valigia dall’Italia, qui da Bambis e Novis si trovano ma a prezzi proibitivi), ho messo il tutto su un bel piatto di portata e ho decorato con semi di anice ricoperti di zucchero colorato (ritrovati in uno scatolone “a sorpresa” ricevuto da un’amica che stava lasciando il paese).

Il risultato finale è bello e buono e… mi riesce sempre!

Questo mese hanno partecipato alla staffetta:

Casa Organizzata – http://www.4blog.info/casaorganizzata
Alessia scrap & craft – http://www.4blog.info/school
Palmy Learning is experience http://laproffa.blogspot.it/search/label/di%20blog%20in%20blog
La Diva delle Curve http://www.divadellecurve.com/search/label/staffetta
Gina Barilla: http://ginabarilla.blogspot.it
Fofina Boudoir http://lefabuleuxdestindefofinaboudoir.blogspot.fr/
Bimbiuniverse- http://bimbiuniverse.blogspot.it
Illustrando un sogno http://silviomacca.blogspot.it/search/label/Di%20Blog%20in%20Blog%20-%20Staffetta
Monica e lo Scrapbooking http://monicc.wordpress.com/category/di-blog-in-blog/
Il Pampano http://ilpampano-designbimbi.blogspot.it/
Il blog di MammaGabry http://leoperedimammagabry.blogspot.com/
GocceD’aria: http://www.goccedaria.it/tag/goccedaria/staffetta%20blog.html/
MadreCreativa http://madrecreativa.blogspot.it/
Vivere a piedi nudi http://vivereapiedinudi.blogspot.it/search/label/di%20blog%20in%20blog
Cristina: http://udinelamiacittaenonnapina.blogspot.it/search/label/Staffetta%20di%20blog%20in%20blog
unamammaperdue http://www.unamammaperdue.blogspot.it
Aline Scipioni Forti http://persempremamma.blogspot.it/search/label/dibloginblog
Idea Mamma: www.ideamamma.it
ero Lucy http://erolucyvanpelt.blogspot.com/search/label/di%20blog%20in%20blog
Essenza Burrosa http://curwitchlicious.blogspot.it/search/label/staffetta
Supermamma: http://supermamma.mammacheblog.com/2012/06/15/video-del-bellaria-relais/
Diario magica avventura: http://www.lamiadolcebambina.blogspot.it/2012/06/staffetta-di-blog-in-blog-la-meta-delle.html
Ostuni Magazine http://ostunimagazine.blogspot.it/search/label/Di%20Blog%20In%20Blog
Pattibum http://pattibum.wordpress.com/2012/06/24/di-blog-in-blog/
Tulimami http://tulimami.blogspot.it
Accidentaccio http://accidentaccio.blogspot.it/search/label/Di%20Blog%20in%20Blog
mammamiacosafaccio!? http://mammamiacosafaccio.blogspot.it/
fiorievecchiepezze http://fiorievecchiepezze.wordpress.com
Il caffè delle mamme http://www.ilcaffedellemamme.it/tag/di-blog-in-blog/
Mavie: http://www.mavie.it/tag/di-blog-in-blog/
Attività Creative per Bambini http://attivitacreativebambini.blogspot.it/Di%20blog%20in%20blog
La bussola e il diario http://bussolavita.blogspot.it/
Priorità e Passioni: http://prioritaepassioni.blogspot.it/
I Viaggi dei Rospi: http://laliviaggi.blogspot.it/search/label/Staffetta%20di%20Blog%20in%20Blog
Il mondo di Cì: http://ilmondodici.blogspot.it/search/label/staffetta%20blog
Sono una Mamma non sono una Santa http://theyummymom.blogspot.it/
mammamiacosafaccio!?…e non chiamarmi mamma http://mammamiacosafaccio.blogspot.it/
cri – http://dovegirailsole.blogspot.it/
StelleGemelle http://www.stellegemelle.com/search/label/di%20blog%20in%20blog
Penso Invento Creo http://pensoinvento.blogspot.it
Elegraf77 http://elegraf77.blogspot.it/
Verdeacqua http://www.ahsonounamamma.blogspot.it/
Bodò. Mamme con il jolly http://www.bbodo.it/tag/di-blog-in-blog/
Mamme fai da te http://mammefaidate.blogspot.it/search/label/Di%20blog%20in%20blog
Debora http://crescereduegemelli-debora.blogspot.it/tag/di-blog-in-blog
Ferengi in Addis http://ferengiaddis.wordpress.com/

L’appuntamento è per il prossimo 15 settembre!


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La Pasqua degli expat

Gli espatriati, è noto, cercano in ogni luogo del mondo di riprodurre i sapori di casa. Un po’ per sentirsi vicini, almeno idealmente, alle famiglie e agli amici lasciati in patria, un po’ perché è divertente condividere con gli altri expat le proprie tradizioni ed assaggiare i piatti tipici di altri paesi.

Così mia amica in Sudan si è cimentata in una colomba pasquale, che dalle foto sembra ottima, l’altra sposata con un’inglese domani ci preparerà una colazione con uova e bacon, mentre io mi sono lanciata nella preparazione di un’autentica pastiera napoletana, con il grano cotto che ho contrabbandato durante il mio ultimo viaggio in terra natia.

Il risultato è questo: esteticamente presenta bene, vedremo se è anche buona! La prova che ho fatto qualche settimana fa non era male, considerazione oggettiva visto che è stata spazzolata via in meno di due giorni. Certo, mio marito mi ha detto che somiglia “abbastanza” a quella di mammà, ma sono ben cosciente che non riuscirò mai ad arrivare al livello di maestria di mia suocera!

Auguri di buona Pasqua a tutti!


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Perdersi in un bicchiere di succo

L’altro giorno ero in giro per la città con un’amica e abbiamo deciso di fermarci in un bar a prendere qualcosa da bere. Non essendo più ora di caffè (il caffè etiope è buonissimo, ma bello forte e se lo prendi dopo le 4 del pomeriggio rischi una nottata in bianco) abbiamo optato per un succo di frutta: dovete sapere che in Etiopia i succhi sono generalmente spremuti freschi, da frutta vera, e dunque sono una vera delizia.

Il bar in questione sul menù offriva succhi di arancia, mango, papaya, avocado, fragola, ananas: nell’imbarazzo della scelta, ho avuto la bella idea di chiedere alla cameriera un succo misto, arancia e fragola. Lei mi ha prima guardato smarrita, poi mi ha detto “aspetta, devo chiedere al cuoco”.

Al che, presa da pietà e con il terrore di dover aspettare ore il responso dello chef, ho virato su un più normale succo d’ananas.

Questa scena non è del tutto inusuale qui: declinata e condita in altre salse, spesso capita di vedersi ergere dei muri davanti per delle sciocchezze. A questo punto io mi chiedo: ma è possibile che questi etiopi, che hanno un carattere gentile ed orgoglioso, che quotidianamente affrontano difficoltà e riescono ad arrangiarsi nonostante la loro scarsità di mezzi, si perdano poi in un bicchiere di succo di frutta?


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Fasting days

In questo periodo i cristiani copti dell’Etiopia sono in fasting.

Il fasting è un digiuno rituale che normalmente durante l’anno viene osservato nei giorni di mercoledì (quando Cristo è stato condannato) e venerdì (quando Cristo è stato crocifisso), in più nei quarantacinque giorni prima del Natale e nei quaranta giorni che precedono la Pasqua ortodossa.

Durante il fasting non si possono mangiare alimenti di origine animale, dunque carne, uova, latte e tutti i suoi derivati. Qualcuno esclude il pesce da queste proibizioni, ma questa è un’interpretazione abbastanza indulgente. In questo periodo, in più, non è possibile mangiare prima delle tre del pomeriggio.

Per chi vuole saperne di più, emeriti scienziati ne hanno scritto meglio e più approfonditamente di me.

E così anche in casa nostra, dovendo nutrire per cena oltre alla famiglia almeno uno dei guardiani, si fanno i conti con le proibizioni religiose di tipo alimentare. Mia figlia, che adora la cucina etiope, ne approfitta per mangiarsi injera, shiro e salse con il berberè insieme alla pasta e agli spinaci, in una contaminazione transculturale rigorosamente vegetariana mentre il piccolo, quando non ha voglia di mangiare la bistecca, semplicemente mi dice che pure lui è in fasting!


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Lo zabaione e gli obiettivi del millennio

Domenica scorsa eravamo a pranzo da amici (tanto per cambiare si mangia!) e per l’occasione ho preparato un dolce con lo zabaione che ha riscosso un successo fenomenale (grazie alla mamma per la ricetta spedita appositamente via email dall’Italia!).
Gli amici hanno cominciato a chiedermi “come l’hai fatto?” e io ho iniziato a spiegare: “Prepari lo zabaione a bagnomaria con sei tuorli d’uovo, sei cucchiai di zucchero e sei gusci di marsala…” ma subito sono iniziati i problemi: ma come, lo cuoci? E ci metti il marsala? E i bianchi delle uova? A quanto pare la ricetta dello zabaione in Italia varia a seconda della latitudine: in Piemonte l’ho sempre mangiato come ho scritto sopra, a Roma chiamano zabaione l’uovo crudo con lo zucchero e con le chiare montate a neve unite successivamente, a Napoli è solo uovo sbattuto con zucchero. Stranamente non c’erano stranieri al tavolo, perché sono sicura che avrebbero riportato una versione differente.
Ora io mi chiedo e mi domando: ma se tra italiani non ci capiamo su una parola come “zabaione”, come fanno i potenti della terra a intendersi su concetti quali eguaglianza di genere, fine della povertà e della fame, educazione universale, sostenibilità ambientale, collaborazione globale?