In questo periodo i cristiani copti dell’Etiopia sono in fasting.
Il fasting è un digiuno rituale che normalmente durante l’anno viene osservato nei giorni di mercoledì (quando Cristo è stato condannato) e venerdì (quando Cristo è stato crocifisso), in più nei quarantacinque giorni prima del Natale e nei quaranta giorni che precedono la Pasqua ortodossa.
Durante il fasting non si possono mangiare alimenti di origine animale, dunque carne, uova, latte e tutti i suoi derivati. Qualcuno esclude il pesce da queste proibizioni, ma questa è un’interpretazione abbastanza indulgente. In questo periodo, in più, non è possibile mangiare prima delle tre del pomeriggio.
Per chi vuole saperne di più, emeriti scienziati ne hanno scritto meglio e più approfonditamente di me.
E così anche in casa nostra, dovendo nutrire per cena oltre alla famiglia almeno uno dei guardiani, si fanno i conti con le proibizioni religiose di tipo alimentare. Mia figlia, che adora la cucina etiope, ne approfitta per mangiarsi injera, shiro e salse con il berberè insieme alla pasta e agli spinaci, in una contaminazione transculturale rigorosamente vegetariana mentre il piccolo, quando non ha voglia di mangiare la bistecca, semplicemente mi dice che pure lui è in fasting!