Quando ho iniziato a scrivere il mio blog non me lo sarei mai immaginata. Attraverso i post che ho pubblicato ho conosciuto persone interessanti, che stanno vivendo un’esperienza in giro per il mondo come me e con cui ho spesso scambiato idee e impressioni. Eh sì, perché spesso a parlare dei problemi dell’expatriation con chi non l’ha mai affrontata ci si sente un po’ come a raccontare una vita su un altro pianeta.
Attraverso il mio blog ho conosciuto Mommy Planner, una mamma expat che vive in Canada che ha deciso di raccogliere un po’ di esperienze di altre blogger sparse per il mondo. Il suo blog è una raccolta di situazioni, paure, gioie e scoperte che vale la pena di essere sfogliata.
Nel suo ultimo post ci sono anch’io con il mio blog, orgogliosa di aver concesso la mia prima intervista.
Dopo alcuni mesi di assenza dalla staffetta Di blog in blog sono tornata, da un altro paese, con un nuovo blog, ma con la stessa voglia di condividere lo stesso argomento con tanti altri blogger.
Sono ancora in piena nevrosi da relocation e per questo motivo nel mio subconscio l’argomento di questo mese mi fa pensare a traslochi, scatoloni e quant’altro collegato al fatto di aver impacchettato la propria vita e averla trasferita in un altro continente. Alle emozioni legate alla partenza e all’arrivo del container che contiene tutti gli averi della famiglia, e a tutto quello che ci sta nel mezzo.
Per me la carta (e i cartoni) sono un materiale fantastico per:
Imballare:
Il giorno del trasloco ad Addis si sono presentati a casa sei ragazzoni etiopi che hanno cominciato a impacchettare tutto quello che trovavano, mentre io li rincorrevo cercando di evitare che infilassero nei cartoni anche i bambini o la gatta. Niente plastica con le bolle o materiali morbidi da imballaggio: carta. E quando il caposquadra ha iniziato a fasciare con diversi fogli i piatti e i bicchieri del mio servizio buono ha fatto un gesto che non dimenticherò mai: si è fatto il segno della croce. E san Martino da Tours, il santo dei traslochi, deve averlo visto perché è arrivato tutto intatto.
Domandare
Arrivare in Belgio ha significato per me riempire un numero impressionante di moduli: dalla richiesta dei documenti a quella della tessera del supermercato, tutto qui richiede un modulo. In Etiopia il filtro con la burocrazia era rappresentato dai locali, che vedendo che non eri in grado di parlare la loro lingua e di comprendere la loro intricata burocrazia (un’eredità del dominio italiano, ne sono certa) si offrivano di aiutarti, a pagamento naturalmente. Quando ad Addis sono andata con la mia mamita a pagare il bollo dell’auto, un gentile si è proposto per compilarci il modulo per prendere il numero per poter parlare con l’addetto alla pratica per 50 birr (prezzo ferengi). Dopo una manifestazione di indignazione e una trattativa serrata della mia mamita, sono riuscita a spuntare un onorario di 20 birr (0.80 euro).
Giocare
Con i cartoni e la carta del trasloco, insieme ad un astuccio ben fornito di pennarelli, i miei figli sono riusciti a fare cose mirabolanti: robot, macchine da corsa, capanne, case delle bambole, garage, sgabelli. Ora il difficile sarà smaltire tutta questa creatività!
Questo mese hanno partecipato alla staffetta Di blog in blog:
Come ben sanno gli amici expat, per adattare la propria vita alla cultura e alle abitudini di un nuovo paese non c’è nulla di meglio che cominciare a celebrare le festività con gli usi locali. Insomma, ovunque ti trovi nel mondo, ogni occasione è buona per festeggiare!
As our expat friends well know, the best way to adapt our life to the culture and to the habits of a new country is to celebrate the holiday season in the local ways. So, wherever you are in the world, every occasion is good to celebrate!
Dopo aver ricevuto i doni da Saint Nicholas e dal suo aiutante Zwarte Piet (che pare avere origini etiopi, guarda il mondo com’è piccolo…), per pari opportunità non si poteva non festeggiare la Befana e i Re Magi.
After receiving candies from Saint Nicholas and his companion Zwarte Piet (it seems he has Ethiopian origins, it is a small world…), to respect gender equality we had to celebrate also the Befana and the Three Wise Men.
A Bruxelles la cara vecchina non arriva, fatta eccezione per l’Istituto Italiano di Cultura che la ospiterà il 12 gennaio,e il 6 gennaio si ricordano solo i Re Magi mangiando la galette des Rois,un dolce a loro dedicato.
Noi quest’anno, grazie agli amici che ormai vivono qui da anni e ci hanno iniziato a questa tradizione, ne abbiamo provato ben tre versioni e abbiamo trovato difficile stabilire quale fosse la più buona!
This nice old lady doesn’t arrive in Brussels, except at the Italian Cultural Institute where she will come on January, 12, and on January 6 the “galettes des Rois”, a typical cake, just remember the Three Wise Man. Thanks to our friends that have been living in Brussels for years and let us know this tradition, we tasted three different version of this cake and we find it hard to decide which one was the best!
Per i volenterosi che volessero provare a replicare questa delizia a casa ecco la ricetta su un blog in italiano gestito da una belga doc.
E per i più temerari, un sito in francese dove ci sono varianti di questo dolce per tutti i gusti.
Naturalmente a casa nostra la Befana è passata comunque e a fianco alle calze diligentemente appese già da una settimana ha trovato una fetta di galette ed un bicchiere di latte ad attenderla.
For the willing ones that want to bake this delicious pie, here you are the recipe I found in a blog (in Italian) managed by a real Belgian. For the daredevil, here a French website where you can find variations on the theme for every sweet tooth. Of course the Befana visited our home and she found next to the socks, already hung by the kids one week ago, a piece of galette and a a glass of milk that were waiting for her.