Quando è arrivato il nostro container ho cominciato davvero a capire cosa significa essere in Africa.
Certo, se l’è presa comoda, ha fatto circa un mese e mezzo di vacanza nel porto di Gibuti, poi si è riposato qualche giorno dalle fatiche del viaggio alla dogana di Addis Ababa.
Poi ha anche sostato per circa un’oretta all’imbocco della via dove si trova la nostra casa perché non si trovava chi potesse aprire la sbarra che impedisce il passaggio ai mezzi troppo alti. Alla fine la sbarra è stata sollevata e per evitare problemi ai fili elettrici che passano sopra la strada, uno dei ragazzi della ditta di traslochi è salito sul container (in movimento, of course) per controllare che tutto fosse a posto… San Martino da Tours, il santo protettore dei traslochi, ha fatto sì che l’intera operazione sia andata a buon fine!
P.S.: Grazie a Mauro e ai suoi colleghi di Speedy Moving per l’ottimo lavoro di imballaggio e la pazienza che hanno avuto con me in Italia e ad Aimero di E.T. Fetan Transit per aver fatto, con gran professionalità, tutto ciò che era umanamente immaginabile per far arrivare il più in fretta possibile il nostro container.