Ferengi in Bruxelles

dall'Etiopia a Bruxelles senza passare dal via


Lascia un commento

Harar Jugol

Per girare Harar decidiamo, per la gioia dei nostri bimbi, di prendere due bajaj, che ci accompagnano dentro la città vecchia, circondata da mura. Qui troviamo Hamdi, la guida che abbiamo reclutato ieri che comincia a farci camminare tra mercati e stretti vicoli dal sapore arabo.

Vediamo la casa dove Ras Tafari ha passato la sua luna di miele e visitiamo quella dove Rimbaud, il poeta, ha vissuto mentre si occupava di commerci di varia mercanzia, che scambiava anche con armi importate dalla Francia.

Andiamo anche al mercato della carne, dove alcuni falchi aspettano che i macellai lancino loro qualche pezzetto di carne: tutte le guide citano il pasto delle iene, ma anche vedere questi rapaci che planano per prenderlo al volo è un bello spettacolo per noi turisti.

Prendiamo anche un caffè in una casa tradizionale. Le pareti della stanza principale, una specie di soggiorno usato anche come stanza per la preghiera, hanno una nicchia per custodire il Corano e sono decorate con le ceste colorate tipiche della città: io ho fatto l’errore di chiedere di vederne una e ho disturbato una simpatica famigliola di scarafaggi che aveva trovato lì una confortevole sistemazione. A parte la diversa sensibilità in materia d’igiene, le persone che abbiamo incontrato sono state molto ospitali e gentili e la città ha un’atmosfera decisamente diversa da ogni altra che abbiamo visto qui in Etiopia.

Sono ormai 48 ore che non ci facciamo una doccia come si deve e decisamente non vogliamo continuare così ancora a lungo: rinunciamo a vedere il pasto delle iene e trasferiamo armi e bagagli in un hotel a Dire Dawa, che ci accoglie con camere pulite e una bella piscina.


1 Commento

Bajaj!

Una simpatica variante dei blue donkey sono i bajaj, delle specie di apecar attrezzate al trasporto pubblico, vietate nel centro cittadino ma diffusissime appena si esce dal perimetro della Ring Road, il “grande raccordo anulare” della capitale.

Se gli autisti dei blue donkey sono spericolati nella guida, quelli dei bajaj sono dei veri kamikaze. Spesso al posto delle portiere hanno delle tende, che saranno scomode quando c’è da guardare negli specchietti retrovisori (se ci sono) ma hanno il vantaggio di permettere all’autista di guidare con un ginocchio fuori dall’abitacolo. E poi certi sono pure ecosostenibili, per non consumare energia i fari di notte non li accendono proprio!