Ebbene sì, sono riuscita a prendere la mia prima multa abissina: parlavo al cellulare e in mezzo ad un incrocio un vigile mi ha fermato. E quando dico in mezzo ad un incrocio, potete credermi, non è un vezzo linguistico: ero materialmente ferma in mezzo ad una rotonda, con macchine che mi passavano a destra e a sinistra e con il vigile che mi faceva il verbale al lato della macchina.
Totale della contravvenzione: 160 birr. Più ritiro della patente fino al pagamento della sanzione.
Il mio primo pensiero è stato: gli lascio la patente etiope e guido con quella italiana. Il problema è che quando un poliziotto ti trova a guidare senza patente ti toglie, fisicamente, la targa dalla macchina e se ne va con il pezzo di plastica sotto il braccio.
Così, dopo aver provato infruttuosamente a mandare la mia mamita, munita di regolare delega e fotocopia del mio documento d’identità, a pagare al posto mio, mi sono rassegnata ad andare a saldare la sanzione da sola.
Dopo il pagamento, però sono dovuta andare alla stazione di polizia per riavere la mia patente. Il distretto di polizia di Urael si trova in un cortile recintato da un cancellata rosa ciclamino e verde pisello, appena tinteggiata, ed è ospitato da una serie di container riconvertiti ad uffici dipinti negli stessi colori: più che in un commissariato sembra di entrare in una sagra nel paese delle meraviglie, non fosse per la guardia armata di fucile all’ingresso.
La mia patente è in mezzo ad altre cinquecento, conservate tutte in una scatola in ordine rigorosamente sparso: l’addetto ha passato e ripassato tutti i documenti tre volte prima di trovarla.
in definitiva, la sanzione, e tutto ciò che ci sta intorno, è stata efficace: dopo questa esperienza non parlerò più al telefono in macchina!