Ferengi in Bruxelles

dall'Etiopia a Bruxelles senza passare dal via


Lascia un commento

Il tetto sfondato

Oggi ha riaperto il negozietto di fronte a casa che vende di tutto, dai generi alimentari alle tessere telefoniche, dal sapone per i panni ai palloni: un po’ come i negozi di quartiere di tanti anni fa, solo in formato lillipuziano.

Da qualche giorno era chiuso e sulla serranda della sua finestra (nel negozio non si entra, ci si affaccia per comprare) era apparso un messaggio in amharico, con tanto di timbro governativo. La nostra mamita, che come direbbero a Napoli è una “capera”, ci ha spiegato che le autorità hanno chiuso il negozio perché aveva venduto lo zucchero ad un prezzo più alto del tetto che è stato fissato dal governo alcuni mesi fa.

Come avranno fatto le autorità a sapere che una piccola baracca in un quartiere periferico della capitale vendeva lo zucchero a qualche birr in più al kilo?


Lascia un commento

Il costo di un pieno

Oggi con alcuni amici etiopi e ferengi si commentava il fatto che il traffico ad Addis pare essere diminuito.

Un amico etiope azzardava l’ipotesi che si tratti di una conseguenza dei continui aumenti dei prezzi dei carburanti. La benzina (quella con il piombo, ve la ricordate ancora?) è arrivata a 20 birr al litro, mentre il diesel (qui ce n’è solo un tipo, l’unica cosa che varia da una marca all’altra è la quantità, non dichiarata, di cherosene con cui è tagliato) costa 17.55 birr al litro .

Fare il pieno per un locale, che in ogni caso si può già considerare privilegiato per il fatto di possedere un’auto, può essere un investimento che erode una buona fetta del suo reddito mensile.


Lascia un commento

Multa abissina

Ebbene sì, sono riuscita a prendere la mia prima multa abissina: parlavo al cellulare e in mezzo ad un incrocio un vigile mi ha fermato. E quando dico in mezzo ad un incrocio, potete credermi, non è un vezzo linguistico: ero materialmente ferma in mezzo ad una rotonda, con macchine che mi passavano a destra e a sinistra e con il vigile che mi faceva il verbale al lato della macchina.

Totale della contravvenzione: 160 birr. Più ritiro della patente fino al pagamento della sanzione.

Il mio primo pensiero è stato: gli lascio la patente etiope e guido con quella italiana. Il problema è che quando un poliziotto ti trova a guidare senza patente ti toglie, fisicamente, la targa dalla macchina e se ne va con il pezzo di plastica sotto il braccio.

Così, dopo aver provato infruttuosamente a mandare la mia mamita, munita di regolare delega e fotocopia del mio documento d’identità, a pagare al posto mio, mi sono rassegnata ad andare a saldare la sanzione da sola.

Dopo il pagamento, però sono dovuta andare alla stazione di polizia per riavere la mia patente. Il distretto di polizia di Urael si trova in un cortile recintato da un cancellata rosa ciclamino e verde pisello, appena tinteggiata, ed è ospitato da una serie di container riconvertiti ad uffici dipinti negli stessi colori: più che in un commissariato sembra di entrare in una sagra nel paese delle meraviglie, non fosse per la guardia armata di fucile all’ingresso.

La mia patente è in mezzo ad altre cinquecento, conservate tutte in una scatola in ordine rigorosamente sparso:  l’addetto ha passato e ripassato tutti i documenti tre volte prima di trovarla.

in definitiva, la sanzione, e tutto ciò che ci sta intorno, è stata efficace: dopo questa esperienza non parlerò più al telefono in macchina!


Lascia un commento

Il pedaggio sulla strada di quartiere

Stamattina sono uscita in macchina per andare in centro e ho preso come al solito una strada di quartiere che porta ad una principale. Da giorni ormai un taglio perpendicolare alla carreggiata faceva sobbalzare la macchina ogni volta che ci si passava sopra.

Mentre passavo alcuni uomini (operai?) stavano sistemando questo buco con alcune pietre. Quando sono passata, uno di loro con mi ha chiesto qualcosa in amharico mostrandomi una mazzetta di birr, tutti pezzi da uno: il pedaggio. Non so se si è trattato di un qualcosa di molto istituzionale, ma a fine mattinata il buco era aggiustato (almeno per qualche settimana dovrebbe reggere) e i costi sono stati suddivisi sulla comunità.


1 Commento

Nel mio paniere per misurare l’inflazione…

Nel mio paniere per misurare l’inflazione non c’è la benzina (troppo complicato ricordarsi il costo, ho scoperto che i prezzi aumentano ogni inizio di mese etiope…), il pane (da quando sono qui non è mai aumentato, con 1 birr si compra uno sfilatino) e neppure il caffè (il costo varia in relazione al posto in cui lo prendi, dai 5 birr nel baretto di fronte alla scuola dei bimbi ai 30 dei caffè dei grandi alberghi).

Nel mio paniere ci sono le banane. Ieri sono andata a comprane un chilo e, per la prima volta da sei mesi a questa parte, il loro prezzo è passato da 6 a 7 birr.


3 commenti

Il birr si sacrifica per l’export

Giovedì 1 settembre la Banca Nazionale Etiope ha svalutato il birr, la moneta locale, del 16.7% rispetto al dollaro. Anche la moneta europea ne ha guadagnato: ora con un euro si possono acquistare 21.2 birr. La politica monetaria del governo ha in programma di svalutare il prezzo del birr almeno del 10% ogni anno: questa svalutazione servirà a stimolare la crescita economica e a ridurre l’attuale deficit, con l’obiettivo di incoraggiare le esportazioni e scoraggiare le importazioni. L’operazione dovrebbe supportare la competitività dell’Etiopia sul mercato internazionale, anche se c’è il rischio di una grande crescita dell’inflazione, che negli scorsi anni ha rappresentato un grosso problema arrivando fino al 64%.

Della notizia The Reporter, un giornale etiope, scrive questo , mentre la Reuters ne parla così.