Ferengi in Bruxelles

dall'Etiopia a Bruxelles senza passare dal via


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Melkam Addis Amet!

Che significa: buon anno nuovo! Quest’anno il capodanno etiope cade proprio oggi, invece dell’11 settembre come l’anno passato, perché il 2004 è un anno bisestile (per inciso, il 2004 è l’anno in cui è nata mia figlia, la quale è davvero felice di poter festeggiare il suo compleanno esattamente il giorno in cui è nata!).

Dopo quasi un anno e mezzo qui in Etiopia, comincio a capire perché gli abissini festeggiano l’inizio dell’anno proprio in questo periodo: dopo tre mesi di pioggia senza sosta, in cui il sole non si mostra anche per intere settimane, in questi giorni il tempo inizia a migliorare e le nuvole in cielo si aprono per lasciare spazio a gioiosi raggi solari che asciugano l’umidità nelle ossa e il fango nelle pozzanghere. E in effetti ieri è stato il primo giorno da quando sono tornata dalle vacanze estive in cui non è caduta nemmeno una goccia di pioggia.

Abbiamo festeggiato il capodanno in giardino, con la cerimonia del caffè , il falò tradizionale (il fuoco è un elemento che ricorre spesso nelle feste tradizionali, anche in culture distanti migliaia di kilometri tra loro, mi vengono in mente i falò di Ferragosto che si possono ancora vedere nelle campagne piemontesi), canti e balli benaugurali. Nelle case di fronte alla nostra sono proseguiti i festeggiamenti fino a notte fonda, mentre il prete della chiesa ortodossa ha iniziato a cantare i suoi salmi dalle due del mattino: un bentornata in Etiopia con tutti i crismi, per me che dopo due settimane qui sto ancora lottando contro un culture shock o un reverse culture shock… non so nemmeno più quale sia per me la cultura diversa!


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Un altro capodanno

Dopo aver festeggiato la fine del Ramadan, il capodanno etiope, il Natale cristiano, il capodanno europeo, il Timkat e San Patrizio patrono d’Irlanda non potevamo farci mancare il Songkran, il festival dell’acqua che celebra l’arrivo del nuovo anno in Tailandia.

Dopo l’immancabile cena (la maggior parte della gente al di sopra dei trent’anni associa l’Etiopia con le immagini della carestia… ma qui non facciamo altro che mangiare!), l’imprescindibile lotteria e gli irrinunciabili balli tradizionali la serata è finita a battaglia con le pistole ad acqua perché secondo la tradizione bagnare le altre persone porta fortuna!


4 commenti

Happy new ethiopian year!

Buon anno nuovo a tutti!

No, non sono impazzita: oggi in Ethiopia è il primo giorno dell’anno. Qui infatti l’Enkutatash , che cade il primo giorno del mese di Meskerem, segna l’inizio di un nuovo anno. Il calendario etiopico, rispetto a quello gregoriano che si usa in Europa, è di sette anni indietro: qui oggi è il primo giorno del 2003.

È stato davvero strano festeggiare il capodanno nel nostro giardino, in una bella e fresca serata con una fettina di luna che faceva capolino da dietro gli eucalipti. Abbiamo acceso un falò rituale, i nostri amici etiopi hanno cantato per noi una canzone tradizionale per augurare a ciascuno di noi un anno prospero e felice (l’unica cosa che abbiamo capito sono stati i nostri nomi in mezzo al ritornello!) e abbiamo ballato tutti insieme intorno al fuoco. Abbiamo poi bevuto caffè appena tostato secondo la tradizione locale, preparato su un piccolo braciere, con l’aroma dell’incenso che si confondeva con quello delle fascine del falò . Abbiamo assaggiato la tella, una specie di birra ottenuta da orzo fermentato e erbe aromatiche (fatta in casa, portato nelle bottiglie dell’acqua minerale… ormai il nostro stomaco sta sviluppando anticorpi africani), le focacce locali e una buonissima torta completamente fasting, ovvero senza nessun ingrediente di origine animale, per rispettare il digiuno rituale imposto dalla religione ortodossa.

E naturalmente, mentre festeggiavamo, è anche mancata la corrente, ma non ci siamo dati per vinti e abbiamo continuato alla luce delle torce!