Oggi è l’ Ethiopian flag day.
Me lo hanno ricordato i venditori ai semafori, che in questi giorni invece di vendere fazzolettini e occhiali da sole offrivano solamente bandiere etiopi in diversi formati, da quella da tavolo per i nazionalisti tiepidi o squattrinati a quella formato lenzuolo per i ferventi patrioti. E me lo ha ricordato un messaggino sul mio cellulare firmato dall’onorevole Ato (che significa signor) Abadula Gemeda, speaker dell’House of Peoples’ Representative, la camera bassa del Parlamento etiope. Il messaggio dice che la bandiera e la Renaissance Dam, la grande diga che sorgerà sul Nilo e che ha causato non poche polemiche tra i paesi attraversati dal grande fiume africano, sono l’orgoglio della nazione.
A qualcuno potrà sembrare retorico celebrare una bandiera e associare lo spirito nazionale ad un progetto certo controverso, ma che rappresenta al momento il miraggio dello sviluppo tanto agognato. Non lo nego, ma nel deserto delle prospettive per questo povero paese la diga e l’unità nazionale rappresentano qualcosa in cui credere. O almeno far finta di farlo.